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Fidal per Gender Equity

ROME21K: Di corsa verso la sicurezza

Un diritto di tutte e tutti……

La corsa, in tutte le sue declinazioni, ha contribuito a rivitalizzare e ripopolare delle aree urbane ed extraurbane prima dimenticate, permettendo alla cittadinanza di riappropriarsi finalmente di quegli spazi comuni, fondamentali per il benessere della persona, eppure a lungo trascurati.
Dati i numeri sempre più alti di runners, insieme all’esigenza di un’opportuna riqualificazione di parchi, strade e sentieri, si è resa evidente anche la necessità di garantire la sicurezza di coloro che, a vario titolo, questi luoghi li frequentano.
La questione della sicurezza è diventata centrale anche nel mondo del running e, soprattutto negli ultimi anni, si è cercato di migliorare le condizioni generali di chi corre attraverso gli interventi più disparati: dal perfezionamento dell’illuminazione lungo gli itinerari più battuti, all’integrazione dei GPS in qualunque dispositivo; dall’adeguamento della segnaletica stradale, alla realizzazione di torce tascabili o direttamente applicabili agli indumenti.
La sicurezza di chi corre d’altro canto si inserisce nel problema più ampio della sicurezza in generale. La percezione del pericolo dei runner non si discosta molto da quella degli altri frequentatori di parchi o spazi pubblici: difficilmente degli interventi ad hoc come quelli sopra descritti si rivelano di per sé risolutivi e quasi sempre le paure di chi corre sono le stesse degli altri cittadini.
Quali paure?
In generale tra le paure più diffuse nel nostro Paese c’è quella di subire forme di violenza: proprio la paura della criminalità è quella che influenza più spesso le abitudini medie di donne e uomini italiani. A volte il senso di insicurezza è tale da incidere fortemente sulla qualità della vita delle persone, condizionandone i comportamenti:1 a pagarne maggiormente le spese però sono le donne2 che, rispetto agli uomini, rinunciano più frequentemente ad uscire da sole o al buio o che, pur facendolo, provano più preoccupazione.
In particolare, tra le forme di reato di cui le donne hanno sensibilmente più timore rispetto agli uomini ci sono le aggressioni e le violenze sessuali. D’altronde la violenza è un’esperienza traumatica che secondo l’OMS colpisce più del 30% delle donne di tutto il mondo3 e nel nostro Paese, solo nel periodo 2017-2019, le donne che hanno avuto almeno un accesso in Pronto Soccorso con l’indicazione di diagnosi di violenza sono state 16.140.4 Se la maggior parte delle violenze di genere sono perpetrate da partner o conoscenti della vittima e avvengono in casa, tanto che durante la pandemia le chiamate al 1522 sono aumentate del 79,5%,5 quelle da non partner (di cui oltre il 13% sono estranei)6 avvengono anche in strada e nei luoghi pubblici.7
Alla luce di questi dati non sorprende che, a prescindere dal luogo in cui si trovino, per molte donne, comprese quelle che corrono, sia difficile sentirsi sicure.
Un nuovo approccio alla sicurezza
A chi corre abitualmente in strada o nei parchi sarà sicuramente capitato di sentirsi dire di prestare la massima attenzione ed essere prudente. Questo atteggiamento, per quanto dettato dai più nobili propositi nonché dal buon senso, contribuisce a creare un senso di responsabilizzazione rispetto al pericolo e ad accrescere il livello di relativa insicurezza ad esso dovuta.
Ben vengano tutte le applicazioni e i dispositivi di geolocalizzazione, gli indumenti “intelligenti” con allarmi sonori e luminosi disturbanti integrati, i consigli su come essere vigili, riconoscere ed evitare le situazioni di pericolo, i vademecum per migliorare il senso di sicurezza e per riuscire a contenere gli effetti e i condizionamenti della paura sulla vita quotidiana.
Tuttavia, concentrarsi esclusivamente sulle potenziali o effettive vittime piuttosto che sulle cause dei reali pericoli che minano la sicurezza collettiva significa rinunciare ad affrontare la questione alla radice. Per superare le paure e le insicurezze sono necessarie delle misure strutturali che rimuovano le ragioni stesse di quei timori: perché le persone si sentano davvero sicure, piuttosto che responsabilizzarle della loro incolumità, è importante che la società si attivi contro la violenza sistemica e la criminalità che ne condizionano l’esistenza.
Sia la sicurezza che la libertà sono diritti fondamentali dell’essere umano. È inaccettabile dover rinunciare all’uno per la piena fruizione dell’altro.
Il modo davvero efficace per proteggere le persone e garantire il proprio diritto alla sicurezza non è insegnare loro come difendersi ma assicurarsi che le altre non la operino, educando alla legalità e al rispetto.

Partecipa al questionario sulla sicurezza

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1 https://www.istat.it/it/files/2018/06/Report-Percezione-della-sicurezza.pdf
2 https://www.censis.it/sicurezza-e-cittadinanza/ecco-le-paure-degli-italiani
3 https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_942_listaFile_itemName_0_file.pdf
4 https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/violenza-e-accesso-delle-donne-al-pronto-soccorso
5 https://www.istat.it/it/archivio/257704
6 https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/violenza-dentro-e-fuori-la-famiglia/numero-delle-vittime-e-forme-di-violenza
7 https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/violenza-dentro-e-fuori-la-famiglia/dinamica-della-violenza